Il vicentino Federico Faggin, viene definito da Bill Gates come l’uomo che ha inventato la Silicon Valley, o meglio, la Valley esisteva già, è la Silicon che è stata inventata dal Dott. Faggin.
L’inventore del primo microprocessore è infatti lui, il vicentino diplomato all’Istituto tecnico Rossi e laureato all’università di Padova. L’uomo ricevuto dal Presidente Barack Obama che, proprio per questa sua invenzione, lo ha insignito nel 2009 con la Medaglia Nazionale per la Tecnologia e l’Innovazione, National medal of technology and innovation e che ancora oggi, all’età di 81 anni, ci parla con grande entusiasmo di intelligenza artificiale e di consapevolezza umana.
Ma scopriamo la storia di questo scienziato ancora oggi molto attivo, anche se ormai da tantissimi anni non progetta più nuovi microprocessori ma si è messo a studiare l’uomo nella sua spiritualità.
Federico Faggin nasce il 1° dicembre 1941 a Vicenza e lì cresce, tranne che negli anni tra il ‘43 e il ‘49 in cui la famiglia si sposta in un Comune limitrofo, Isola Vicentina, nella casa dei nonni, a causa della guerra.
Figlio del filosofo Giuseppe, insegnante di storia e filosofia al Liceo Pigafetta e traduttore delle Enneadi di Plotino e di una maestra elementare, si iscrive ad un istituto tecnico contro la volontà del padre e nel 1960 consegue il diploma di perito industriale, specializzandosi in radiotecnica.
Questa sua passione per l’elettronica, come ama lui stesso raccontare, nasce in tenera età quando il padre gli regala il meccano, da cui rimane affascinato. Comincia a lavorare immediatamente prima alla Ceres a MIlano e poi presso il Laboratorio di Ricerche elettroniche dell’Olivetti a Borgolombardo che all’epoca era una delle industrie più all’avanguardia nel settore ed inizia subito a dedicarsi ai calcolatori: contribuisce prima a concepire e poi a dirigere il progetto di un piccolo computer elettronico digitale a transistor con 4 Ki × 12 bit di memoria magnetica.
Dopo un anno lascia la Olivetti e si iscrive all’università di Padova dove si laurea “summa cum laude” in Fisica in meno di 4 anni e viene subito nominato assistente incaricato, insegnando nel laboratorio di elettronica dove continua la ricerca sui flying spot scanner.
Inizia la sua carriera professionale nel 1967 quando viene assunto dalla SGS-Fairchild, l’odierna STMicroelectronics, ad Agrate Brianza, dove sviluppa la prima tecnologia di processo per la fabbricazione di circuiti integrati MOS, Metal Oxide Semiconductor, e progetta i primi due circuiti integrati commerciali MOS.
Nello stesso anno sposa la sua Elvia, che diventerà fondamentale per proteggere la sua proprietà intellettuale e, insieme a lei, parte per gli Stati Uniti. Gli propongono infatti uno scambio di sei mesi con un ingegnere americano nella Fairchild, l’azienda consociata di Palo Alto in California e leader nei semiconduttori e, dopo questa esperienza, decide di fermarsi negli States definitivamente, prendendo così la doppia cittadinanza.
Nel corso della sua vita Faggin, dopo aver lavorato alla INTEL fino al 1970, ha creato diverse società: prima fonda la ZiLOG, prima società al mondo a dedicarsi esclusivamente alla produzione di microprocessori; nel 1980 la Cygnet Technologies, nel 1986 cambia ancora e diventa uno dei fondatori della Synaptics fino al 2004, anno in cui viene nominato amministratore delegato della Foveon, compagnia che produce avanzati sensori di immagine per fotocamere digitali.
Già da qualche anno la sua passione di fisico e scienziato si è indirizzata verso mete più spirituali, ha approfondito lo studio dell’essere umano in tutte le sue sfaccettature e la sua intima connessione con l’Universo.
Che cosa ha inventato Federico Faggin?
Federico Faggin viene considerato il più grande inventore italiano vivente ed un pioniere della rivoluzione informatica, avendo sviluppato la tecnologia all’origine dei suoi componenti chiave.
Già con il primo lavoro alla Fairchild si dedica allo sviluppo dell’originale MOS Silicon Gate Technology, considerata la prima tecnologia di processo del mondo per la fabbricazione di circuiti integrati con gate auto-allineante, tecnologia che venne utilizzata in seguito da tutte le multinazionali dell’elettronica.
Inoltre progetta e produce il primo circuito integrato commerciale che si basa sull’uso della Silicon Gate Technology, il Fairchild 3708, un multiplexer analogico a 8 canali con decoding logic.
Dobbiamo ringraziare lui se oggi siamo in grado di navigare su internet perché, una volta assunto alla INTEL, inventa il primo microprocessore nella storia dell’uomo, l’Intel 4004, microprocessore a 4 bit che conteneva circa 2300 transistor a logica casuale, a cui poi seguiranno l’8008 e poi l’8080, entrambi a 8 bit.
Per capire la portata di quanto quella del microprocessore sia stata veramente un’invenzione rivoluzionaria, si deve pensare che fino a quel momento per le funzioni di calcolo e di elaborazione logica delle informazioni occorrevano macchine gigantesche con transistor enormi che occupavano una stanza intera.
Per il computer di una banca, per esempio, occorreva un ambiente di circa 300 metri quadrati e delle condizioni ambientali di umidità e temperatura costante che richiedevano grande onerosità. Ma il microprocessore più famoso, lo Z80, Federico lo inventa qualche anno più tardi nella prima industria fondata da lui, la Zilog: è un microprocessore che contiene circa 10.000 transistori e ha un ciclo di istruzione di 1 microsecondo.
Con la nascita della sua nuova start up, la Cygnet Technologies, progetta invece un nuovo sistema di telecomunicazioni grafiche e vocali via computer, una sorta di “telefono intelligente”, il Cosystem, dove con una scheda elettronica collegata a una normale apparecchiatura telefonica si potevano realizzare operazioni, che per quell’epoca erano assolute novità, che integravano voci e dati, anticipando di qualche anno quello che oggi fa lo smartphone, operazioni come la rubricazione dei numeri telefonici, un calendario elettronico, la trasmissione in tempo reale di informazioni tra due postazioni come una teleconferenza ed infine la possibilità di trasmettere e ricevere comunicazioni con la posta elettronica.
Presentò questa sua invenzione al PC Fair di San Francisco nei primi mesi del 1984 e vinse il premio per il prodotto più innovativo; anche Steve Jobs lo vide e, nonostante espresse un giudizio positivo, lo giudicò troppo ingombrante per una scrivania.
Lo stesso Jobs nel 1994, quando Faggin con la sua nuova azienda Synaptics produsse insieme ai touchscreen i primi touchpad e ne chiese l’esclusiva per usarli nell’iPhone, si sentì rispondere “no grazie” e iniziò a produrseli da solo, creando mercato anche per i competitors e Federico divenne così fornitore di Nokia e Blackberry.
Federico Faggin: tra scienza e spiritualità
Unico italiano presente al Computer History Museum di Mountain View, Federico Faggin non è solo uno scienziato ed un imprenditore, negli ultimi anni ha messo la sua esperienza di fisico al servizio della spiritualità per offrire una spiegazione scientifica all’Universo.
E’ stato lui stesso a raccontare la sua metamorfosi improvvisa, il cambiamento di un uomo che fino a quel momento aveva fatto della logica e dei conti il suo dogma. Ha raccontato di aver sentito, una notte del Natale del 1990 quando era in vacanza sul lago Tahoe, un’energia fortissima levarsi dal suo petto che lui ha chiamato Amore e da quel momento ha cominciato a guardare dentro di sé e a cercare di dare un significato a tutto ciò che sentiva. Da quella notte in cui ha avuto questo “risveglio” ha iniziato a guardare la scienza in maniera diversa ed a cercare, attraverso di essa, di spiegare l’Universo, intraprendendo un cammino spirituale di conoscenza e di autoconoscenza ed intrecciandolo con la ricerca scientifica. Ha iniziato a studiare, e lo ha fatto per 30 anni, non più solo la fisica classica con la materia e le macchine, né solo quella quantistica con la centralità dell’osservatore e le forze tra particelle ma entrambe, in una teoria che ha come obiettivo quello di rispondere a questioni irrisolte dalla scienza come il senso della vita e quello della morte. Lo scopo di queste sue ricerche, che dal 2011 vengono finanziate dalla Federico and Elvia Faggin Foundation e che dà supporto a tutti gli altri scienziati che vogliono andare nella sua stessa direzione, è dimostrare la natura spirituale dell’universo che ha dentro di sé sin dalla sua creazione coscienza e libero arbitrio e che gli esseri umani ne sono completamente connessi. Nella sua teoria gli uomini quindi non vengono più visti, come invece afferma la scienza, come delle semplici macchine biologiche ma come delle realtà quantistiche che esistono in un’esistenza che va oltre il binomio spazio-tempo e che hanno bisogno di conoscere se stessi attraverso esperienze che ne misurino i comportamenti: gli esseri umani, secondo Faggin, hanno una vita anche oltre la morte, l’ente cosciente continua sopravvivere al di là della distruzione del corpo.
Inoltre gli uomini, secondo i suoi studi, saranno sempre gli unici ad avere una consapevolezza spirituale che viene espressa come la capacità di esprimere sentimenti, pensieri, emozioni. Una concezione antitetica a quella scientifica che nega la spiritualità e che descrive la consapevolezza come una proprietà che esce dalla materia. Gli scienziati hanno iniziato ad occuparsi di coscienza solo con lo studio dell’intelligenza artificiale e la possibilità di costruire un computer consapevole: secondo l’inventore vicentino questo è e sarà sempre impossibile, perché una macchina non potrà mai avere la comprensione delle situazioni, è solo una creazione umana, un amplificatore delle nostre capacità meccaniche: nessun Pc partorirà un Pc.
Libri e podcast per apprendere le lezioni di Federico Faggin
Federico Faggin è considerato una sorta di eroe per tutti gli scienziati e gli appassionati di tecnologia ed è possibile trovare su Youtube i podcast con le sue interviste, dove poter approfondire il suo pensiero e la sua filosofia di vita.
Sono 2 invece i libri pubblicati fino ad oggi per conoscere la genesi delle sue scoperte e per apprendere le sue lezioni:
- nel 2019 ha dato alle stampe “Silicio. Dall’invenzione del microprocessore alla nuova scienza della consapevolezza”, di cui è stata redatta anche una nuova edizione nel 2020
- nel 2022 ha pubblicato “Irriducibile. La coscienza, la vita, i computer e la nostra natura”.
Il primo libro è la sua autobiografia dove racconta le sue 4 vite: dall’infanzia nella provincia vicentina a casa dei nonni ai primi lavori, dalla controversia con Intel per l’attribuzione della paternità del microprocessore, fino al suo impegno pieno di passione nello studio scientifico della consapevolezza. Un racconto pieno di aneddoti riguardanti la sua vita privata e degli approfondimenti sulle tecnologie inventate dove l’autore ci narra passo passo, oltre alle scoperte, ai successi e agli amici, anche le battute di arresto, i cambiamenti ed i nemici. Tra questi ultimi spicca il leggendario presidente della Intel, Andy Grove, che Faggin definisce un sadico e che, se al mattino arrivavi al lavoro con 5 minuti di ritardo, ti costringeva “ad autodenunciarti ed a firmare un pezzo di carta”. Oppure, quando decise di andare via dall’INTEL, fece sparire per molti anni il suo nome dalle invenzioni che avevano decretato il successo dell’azienda, attribuendoli al suo collega Ted Hoff che si era occupato dell’architettura: fu solo grazie alle mille battaglie portate avanti negli anni da sua moglie Elvia che, coinvolgendo la stampa e i media, la paternità della tecnologia del microprocessore da lui creata non fosse attribuita ad altri.
Il libro si sofferma a lungo anche sull’ultima della 4 vite quando la sua mente, ascoltando le proprie intuizioni e i desideri, smette di razionalizzare e si allarga a nuove comprensioni.
Il suo secondo libro Irriducibile, presentato al Festival Letteratura di Mantova il 10 settembre, è invece un saggio dove l’autore assembla il suo rigore scientifico, il suo essere visionario e precursore dei tempi nelle sue scoperte tecnologiche e la sua concezione fisica del mondo spirituale dove spicca il concetto di coscienza che secondo Faggin è appunto irriducibile. In questo libro l’autore espone la sua teoria della coscienza e quanto il suo legame con l’informazione quantistica, rendano comprensibili fenomeni che senza questa connessione sarebbero impossibili da spiegare.
La coscienza quindi che, con la sua capacità di farci provare sentimenti ed emozioni, ci differenzia dalle macchine. La coscienza come unico modo che ogni essere umano ha per guardarsi dentro, conoscersi e capire il senso delle proprie azioni e della propria vita.