Il mercato degli Hedge Fund ha retto all’onda negativa del 2022, registrando, nei suoi rendimenti, delle perdite non troppo elevate; pure questa tipologia di fondi, però, ha risentito del clima nefasto che tutto il mercato finanziario ha attraversato nell’intero anno.
Il 2022 è stato battezzato da tutti gli esperti del settore come l’anno nero del mercato azionario e obbligazionario e, dopo il 2002, il peggiore del nuovo millennio, un anno in cui tutte le attività finanziarie sia degli Stati Uniti che del Vecchio Continente hanno dovuto subire ribassi da record e con pochi comparti che si sono salvati da questa tempesta.
Uno di questi è stato sicuramente il dollaro che ha sfruttato l’aumento dei tassi di interesse e la crisi geopolitica sul suolo europeo, per rafforzarsi notevolmente nel mercato globale e arrivando così a raggiungere dopo 20 anni la parità con l’euro.
Questa situazione si è venuta a creare come diretta conseguenza dell’azione aggressiva delle banche centrali che hanno aumentato i tassi di interesse per cercare di combattere l’inflazione ed il contemporaneo rallentamento dell’economia. Il Mercato inoltre ha pagato il sorgere, nel 2022, di alcune circostanze negative che hanno messo in pericolo la stabilità politica ed economica a livello mondiale e che lo hanno portato ad avere delle performance al ribasso in tutti i settori o quasi.
Situazioni come l’invasione russa in Ucraina e l’aumento delle pressioni sulle risorse energetiche, a cui si sono aggiunte le dimissioni di massa e il calo del tasso di partecipazione dei lavoratori, la pandemia con i problemi che ha generato alle filiere produttive e il deterioramento dei rapporti USA-Cina con le conseguenti guerre commerciali e sui dazi, hanno influito in maniera determinante sul calo delle Borse.
Lo stesso mondo delle criptovalute ha risentito dei medesimi effetti e i suoi rendimenti sono crollati in maniera verticale: il 2022 è stato considerato il peggior anno di sempre, quello dove le valute digitali sono scese dai 2.800 miliardi di dollari di valore complessivo di capitalizzazione a 800 miliardi, dove Bitcoin ha perso oltre il 60% del suo valore di inizio anno e dove ha fatto ancora peggio Ethereum con il suo -66%.
In un contesto del genere è andata sicuramente meglio all’industria degli hedge fund che, secondo i dati dell’Hfri 500 fund weighted composite index visionati dal Sole 24 Ore, ha archiviato nel suo complesso una performance negativa su base annua solo del 4,25%, livello che comunque non toccava dal 2018, che ha beneficiato dei rialzi corposi dei fondi macro, che hanno avuto un rendimento positivo pari al +9,31%, e di quelli che lavorano sugli “short” mentre ha subìto i crolli verticali dei fondi specializzati in attività crypto, che hanno perso il 55%.
Il record di Citadel
In questo anno nero per le Borse di tutto il mondo e per i bond, l’eccezione più eclatante è stato il record realizzato dal fondo Citadel che ha distribuito ai suoi investitori un utile netto di 16 miliardi di dollari che, ad oggi, diventa il più grande profitto in dollari nella storia di un hedge fund.
Nell’anno considerato il peggiore degli ultimi 14 anni per i fondi hedge, Citadel è riuscito a mettere a segno il profitto più alto di sempre, diventando così il primo fondo nella classifica dei guadagni dall’anno di fondazione e scalzando dal primato il fondo Bridgewater e la strategia All Wheather di Ray Dalio. Wellington, il suo fondo più importante, ha fatto registrare nel 2022 il +38,1% dei guadagni, e la società, secondo le stime di Lch Investments, ha chiuso l’anno scorso con 62,3 miliardi di dollari di asset in gestione.
Questo fondo Citadel è stato fondato nel 1990 da Kenneth Griffin che, all’epoca, si era appena laureato a Harvard ed era già considerato da tutti come il classico genio della finanza perché nel primo anno universitario era riuscito a creare il suo primo fondo di 265.000 dollari, chiedendo in prestito soldi a parenti ed amici e registrando dei rendimenti record. Attraverso la strategia detta “Delta Hedging Strategy” che consisteva nel comprare opzioni e contemporaneamente anche il loro sottostante come metodo di copertura, si ritrovò ad avere, durante il lunedì nero delle Borse americane, molte posizioni short aperte in portafoglio che gli fecero raccogliere profitti record.
Come raccontò lui stesso in alcune interviste successive, per ricevere più velocemente i prezzi e le quotazioni degli asset in Borsa, riuscì a convincere gli amministratori scolastici a consentirgli di installare un’antenna sul tetto della sua camera all’università, senza avere alcuna spesa.
Nel 1989 appena laureato, venne chiamato da Frank Meyer, gestore del fondo Greenwood Capital di Chicago che gli affidò 1 milione di dollari, con cui Griffin realizzò un +70% in un solo anno. Colpito da cotanta ingegnosità, fu lo stesso Mayer che l’anno dopo lo aiutò a raccogliere i 4 milioni e mezzo di capitale che gli servirono per partire con il fondo Citadel. Realizzando operazioni di compravendita di obbligazioni o azioni privilegiate americane e giapponesi che potevano essere convertite in azioni comuni, il fondo ebbe già nei primi anni dei rendimenti assai positivi con il +43% nel 1991 e il +40% nel 1992 e crebbe così velocemente che nel 1998 si trovò a gestire già 2 miliardi di dollari di asset.
Il fondo attraversò anche momenti negativi, un primo nel 2008 durante la crisi dei mutui subprime quando registrò perdite per oltre il 50% e Griffin proibì i prelievi per circa 3 mesi. Un secondo molto più recente del 2021 quando Citadel Securities, l’intermediario finanziario del fondo che Griffin aveva fondato nel 2002 per incrementarne il business, fu accusata di essere al centro dello scandalo Gamestop e Kenneth venne convocato di fronte alla commissione sui servizi finanziari della camera statunitense. Finì tutto in una bolla di sapone in quanto, per mancanza di prove di un presunto illecito, il caso non arrivò mai in un’aula di tribunale.
Come ha fatto?
Conoscere esattamente come abbia fatto Citadel a far guadagnare ai suoi investitori un netto di 16 miliardi di dollari di profitti solo lo scorso anno e a farlo diventare con i suoi 65,9 miliardi di dollari di guadagni netti il fondo con i maggiori profitti dall’anno di creazione non è possibile, in quanto le strategie messe in atto da Griffin vengono tenute segrete. Però alcune indicazioni si possono dedurre da una sua intervista a Forbes dello scorso anno dove aveva previsto sia la politica aggressiva delle banche centrali di tutto il mondo sia l’aumento dei tassi di interesse. Gli ottimi rendimenti del fondo poi sono il risultato di una politica di investimento che in tutti questi anni si è sempre basata su alcuni principi cardine, come viene ampiamente spiegato anche sul sito di Citadel: ricercano i migliori profili sul mercato del lavoro a cui viene dato il compito come portfolio manager di individuare costantemente delle occasioni sui mercati finanziari, a cui si aggiunge anche un team più periferico che ha l’opportunità di avere in tempo reale le informazioni. Griffin, per operare al meglio, si contorna quindi di professionisti dalla mente brillante dove ognuno ha una propria specifica mansione e che agisce con grande velocità per trovare ed accaparrarsi le opportunità migliori prima degli altri. Un’altra caratteristica del proprio modo di procedere è l’imponente utilizzo della tecnologia controllata da 70 ingegneri che gestiscono l’enorme quantità di dati che vengono accumulati, riescono a processare oltre 10 Tera di dati ogni giorno, e che serve a produrre modelli predittivi. Infine un’altra peculiarità del fondo Citadel è il suo diverso approccio al modo di investire: non vengono trattati mai di investimenti a lungo termine e, rispetto ad altre figure importanti di questa tipologia di Mercato come Warren Buffett che si occupa solo di azioni, Griffin pratica i suoi investimenti in tutti i settori, dalle azioni e i forex alle obbligazioni di aziende e ai bond governativi, dai derivati alle materie prime.
I gestori Top di Hedge Fund nel 2022
Ma quali sono stati gli altri gestori top di Hedge Fund del 2022? Ho già sottolineato come l’anno scorso si sia rivelato un anno particolarmente difficile per l’industria degli hedge fund nel suo complesso, anzi per dirla come Rick Sopher, presidente di LCH, un anno di grande divergenza dove alcuni comparti hanno avuto grandi o piccole perdite, come gli event driven hedge funds, quelli focalizzati sul mercato azionario, che sono arrivati a perdere anche oltre il 10%, e soprattutto i fondi dedicato alle cripto, che hanno lasciato sul terreno il 55% mentre altri settori, in un mercato finanziario assai depresso, hanno ottenuto ottimi risultati. In particolar modo si è dimostrato molto performante l’intero settore dei macro hedge fund che, grazie alle strategie sport-long su diverse asset class, ha fatto segnare un rialzo pari al +9,31%. Ottimi risultati hanno raggiunto i fondi multistrategia e quelli quantitativi che hanno concluso il loro 2022 in maniera molto positiva.
Nella classifica dei top performer di fondi, oltre al primo posto di Citadel che è riuscito a superare con i suoi profitti record quella di 15,6 miliardi di dollari che era stata considerata “la più grande operazione di sempre” e realizzata da John Paulson nel 2007 attraverso la sua scommessa contro i subprime, troviamo altri gestori che hanno ottenuto ottimi profitti, ripetendo quanto fatto nell’anno precedente, come Bridgewater, che ha guadagnato 6,2 miliardi di dollari e poi D.E. Shaw, Millennium Management, Soros Fund Management, Elliott Management e Viking Global Investors, a cui si sono aggiunti anche Caxton Associates e Moore Capital.
Da segnalare che il picco più in positivo in assoluto lo ha fatto registrare il fondo Haidar Capital Management con un +193%, a cui si aggiungono gli ottimi rendimenti del fondo Greenlight Capital che è salito del +37%, grazie alla fortunata intuizione che Elon Musk sarebbe stato alla fine costretto ad acquistare a caro prezzo Twitter oppure quelli di Composite Fund di DE Shaw che è salito del 24,7% e i profitti di Millennium che hanno registrato un +12,4%.
Confronto rendimenti tra Hedge Fund e Fondi
Per concludere vorrei fare un confronto tra i rendimenti degli Hedge Fund e quelli dei Fondi Comuni di Investimento nell’anno appena passato. Dopo aver approfondito in tutte le sue sfaccettature il mercato degli hedge fund e aver dovuto registrarne la sua “divergenza” con tanti segni meno e pochi più, non posso esimermi, per fare un’analisi di mercato a 360°, da rivolgere la mia attenzione anche ai rendimenti dei fondi, per attestare un loro andamento migliore o meno. Come già accennato all’inizio, tranne qualche eccezione, l’intero mercato nel 2022 ha subito perdite rilevanti, l’indice Dow Jones ha perso il 9,2% mentre quello tecnologico Nasdaq Composite è crollato del 33,8% mentre la borsa di Milano si è assestata su un -12,5%. Non è andata meglio ai Titoli di Stato europei con la Grecia che ha registrato il maggior ribasso, -14,35%, seguita seguita da Olanda e Italia con il -13,69%; segni negativi più contenuti invece per il resto d’Europa, Spagna, Francia, Portogallo. Meglio di tutti ha fatto la Germania che, con il suo -10,35%, si è affermata come il miglior mercato dell’area euro per i portafogli dei titoli di Stato.
In controtendenza negli ultimi mesi invece, grazie anche al calo dell’inflazione americana che è scesa a novembre di mezzo punto, si è registrato un recupero parallelo dei mercati azionari e obbligazionari mondiali, alimentando una previsione cautamente ottimistica per l’anno appena iniziato.
I fondi che nel 2022 sono riusciti a offrire le migliori performance sono quelli legati all’energia, che, a causa dei prezzi molto elevati del petrolio e del gas, è stato il settore che ha beneficiato maggiormente dello scoppio della guerra. Un’altra categoria dal segno più è quella delle cosiddette Commodities, le materie prime, come caffè, gas naturale e petrolio che hanno avuto i rendimenti migliori, con dei rialzi rispettivamente del 75%, 51% e 40%. Nella classifica dei migliori fondi comuni di investimento con rendimenti a 1 anno, redatta da Moneycontroller Italia, troviamo nelle prime posizioni HGIF TURKEY EQUITY IC, HGIF TURKEY EQUITY BC e HGIF TURKEY EQUITY AC mentre tra quelli con rendimenti a 3 e 5 anni nei posti di spicco ci sono LUXEMBOURG SELECTION FUND – Active Solar C USD, LUXEMBOURG SELECTION FUND – Active Solar A EUR e KBI Global Energy Transition D EUR. Per quanto riguarda infine i fondi azionari, quelli dal maggiore rendimento nel 2022 sono stati HSBC Global Investment Funds – Turkey Equity A, BNP Paribas Funds Turkey EquityClassicD e AB – US Small and Mid-Cap Portfolio A Acc SGD.